Prosegue l’analisi che il Partito Democratico ha avviato per valutare le priorità che crediamo siano importanti proporre alla cittadinanza e che dovrebbero riempire l’agenda politica e amministrativa della nostra città.
Oggi il Circolo di Porto Recanati intende dunque evidenziare un’importante problematica, da molti anni irrisolta.
Si tratta di dare finalmente attenzione alla necessità di bonificare due siti inquinati di proprietà comunale: l’area del Capannone Nervi e la zona antistante il complesso residenziale del Paradiso Azzurro. Tale necessità deriva dalla presenza nel sottosuolo di sostanze altamente pericolose, lascito della passata attività della Fabbrica di concimi ex Montedison, che possono costituire un rischio per la salute pubblica poiché hanno contaminato, oltre al sottosuolo, anche le acque sotterranee.
La prima area è stata inserita dalla Regione Marche nel Piano per la Bonifica delle aree inquinate fin dal 2006 con la denominazione “Immobiliare Zeus” in quanto allora era di proprietà privata. Successivamente, come noto, ci è stata “donata” insieme al Capannone e relativo tetto in cemento-amianto. Nella scheda del Piano di Bonifica risulta che nel terreno e nelle acque sotterranee sono presenti sostanze inquinanti quali Piombo, Mercurio e Arsenico.
Recentemente la Regione Marche, con Decreto del Dirigente per le Bonifiche (n.28 del 10/02/2021), ha confermato il sito del Capannone Nervi tra quelli che hanno superato le CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione).
Risulta evidente, pertanto, l’assoluta inerzia delle Amministrazioni che si sono succedute da oltre 15 anni nella risoluzione di un problema che interessa la salute pubblica. L’unico intervento che ha interessato il Capannone Nervi è quello realizzato alla fine del 2015 con l’incapsulamento della copertura in cemento-amianto, la cui attuale integrità andrebbe adeguatamente verificata visto il tempo trascorso.
Meglio non parlare, invece, degli ultimi interventi per l’illuminazione artistica e di “messa in sicurezza” del Capannone Nervi, che hanno visto sperperare cospicue risorse economiche pubbliche (210.000 euro) per opere puramente di facciata, lasciando irrisolti i più rilevanti problemi legati alla sicurezza e alla salute pubblica. Per inciso, l’area del Capannone è ancora interdetta ai fini della salvaguardia della pubblica incolumità con Ordinanza del Sindaco Mozzicafreddo n.161 del 03/07/2018, compresa l’area prospiciente l’attuale recinzione in direzione mare per tutta la lunghezza dell’edificio con una profondità di 10 metri. A questo proposito appare grave ed incomprensibile come gli interventi sul lato mare, previsti nel progetto di messa in sicurezza, non siano stati realizzati facendo permanere il divieto di stazionamento nella spiaggia (fascia di 10m) cosa evidentemente impossibile da far rispettare durante la stagione estiva.
L’area antistante il Paradiso Azzurro è anch’essa inclusa tra i siti da bonificare. Fino a poco tempo fa, dopo la mareggiata del 2013 che aveva gravemente danneggiato la scogliera di protezione, le sostanze inquinanti presenti nel terreno erano chiaramente visibili, soggette all’erosione del mare ed al contatto diretto delle persone che frequentano la spiaggia.
Nonostante l’ordinanza Sindacale di interdizione n. 104/2007, la spiaggia è stata di fatto comunque sempre frequentata per l’oggettiva difficoltà di controllo.
Di recente è stata eseguita la caratterizzazione del sito e l’analisi di rischio da parte dell’ARPAM che ha evidenziato la necessità di bonifica, in particolare per il rischio da contatto diretto delle sostanze inquinanti (piombo e arsenico) e per l’inquinamento delle acque sotterranee (Decreto Dirigente Bonifiche n. 133 del 23/06/2021).
Infine, con Decreto n. 301 del 30/12/2021, è stato erogato al Comune di Porto Recanati un finanziamento di 40.000 euro per la stesura del Progetto Operativo di Bonifica.
Alla luce di questi fatti, è evidente che occorre intervenire con urgenza sulle due aree pubbliche.
Per il Paradiso Azzurro occorre procedere celermente alla redazione del progetto con il finanziamento già ottenuto e, successivamente, con i lavori di bonifica per i quali occorrerà reperire le relative risorse economiche.
Riguardo al Capannone Nervi, per la bonifica del terreno, occorre avviare tutta la procedura per la caratterizzazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi. Inoltre, è necessario affrontare la bonifica definitiva dell’amianto e la sicurezza strutturale del manufatto.
E’ auspicabile inserire il Capannone Nervi in un progetto di rigenerazione urbana che renda l’area finalmente fruibile ai cittadini, anche solo come parco verde, salvaguardando la struttura architettonica come segno della memoria collettiva di un’attività che ha coinvolto e segnato nel bene e nel male la nostra città.
Il Direttivo del Partito Democratico di Porto Recanati.
3 commenti
Per il Capannone Nervi e dintorni, pensiamo SUBITO alla bonifica. Poi per la fantomatica “rigenerazione urbana” ne parliamo più avanti, a bonifica fatta, perchè certi progetti non sono rapidi e immediati come ogni volta che si mette mano all’urbanistica.
Bene che si parli finalmente di bonifica. Le amministrazioni precedenti? Ah giusto, era più urgente la ZTL trappola…..
Prima della bonifica delle aree inquinate c’era anche il Burchio se ben ricordo.