Il Comando provinciale carabinieri di Macerata, al fine di verificare il rispetto della normativa vigente in materia di reddito di cittadinanza, quale misura di contrasto alla povertà, ha predisposto specifici servizi di verifica indirizzati innanzitutto all’accertamento delle condizioni economiche dei cittadini che lo richiedono, attestate principalmente dall’Isee (indicatore della situazione economica equivalente).
Nel corso del 2021, alla data odierna, sono state controllate in tutta la provincia 226 persone destinatarie del beneficio. l’attività ha consentito di denunciare alla competente autorità giudiziaria, quali indebiti percettori dell’indennità, 10 persone (4 cittadini italiani e 6 stranieri), quantificando in quasi 100 mila euro l’ammontare complessivo dei redditi fraudolentemente percepiti.
In dettaglio, i carabinieri di Cingoli e Castelraimondo hanno scoperto che, nel caso dei cittadini italiani, era stata presentata documentazione Isee degli anni precedenti, o era stata volutamente omessa l’indicazione dei redditi percepiti dalla convivente o, ancora, erano stati omessi alcuni redditi percepiti dallo stesso beneficiario.
Per quanto attiene ai cittadini stranieri, si va da chi attestava falsamente il requisito dei 10 anni di permanenza in Italia (in realtà erano appena 4 anni) a chi dichiarava una residenza fittizia in un comune della provincia di Macerata, quando in realtà si era irreperibili sul territorio nazionale. in altri casi si è omesso di indicare la convivenza con un persona che lavorava regolarmente percependo un reddito, per arrivare ai casi estremi di un cittadino macedone che percepiva il reddito di cittadinanza solo perché’ aveva omesso di comunicare il reddito da lavoro dipendente che svolgeva con continuità da 15 anni ed a quello della signora cubana che pur anagraficamente residente in provincia di macerata, risultava assente dal territorio italiano da almeno 10 anni.
I controlli dei carabinieri del comando provinciale di Macerata proseguiranno nei prossimi giorni, anche in virtu’ della collaborazione instauratasi con l’Inps, con particolari approfondimenti nei confronti delle persone destinatarie di misure cautelari personali o condannate per reati che prevedono la sospensione del beneficio in questione.