Mirella Emiliozzi, deputata civitanovese del M5S, ha presentato un’interrogazione al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e a quello dei Beni culturali, Dario Franceschini chiedendo loro “se siano a conoscenza dei fatti che hanno condotto all’individuazione di 70 aree nella provincia di Macerata per la costruzione di una discarica e che cosa intendano fare per garantire se si tratti o no di collocazioni potenzialmente idonee”.
Secondo la Emiliozzi è necessario, prima di qualsiasi decisione, un’ulteriore verifica che ne valuti l’impatto e se causerà danni paesaggistici o ambientali. “Nelle precedenti fasi di valutazione tecnica – scrive la deputata – si era ritenuto inopportuno collocare una nuova discarica nel territorio del maceratese e dunque ritengo che sia urgente e necessario sia far luce sui nuovi procedimenti valutativi adottati, sia avviare un tavolo tecnico per raggiungere delle soluzioni alternative in grado di evitare possibili danni ambientali. Le nuove aree individuate come potenzialmente idonee a ospitare una nuova discarica sono territori infatti ad alta vocazione agricola, con colture per lo più biologiche e di pregio. Il Distretto biologico unico delle Marche – continua la deputata dei 5 Stelle – è il più grande d’Europa e ne fanno parte anche i terreni indicati. Il danno ambientale generato da un sito di discarica andrebbe pertanto a intaccare profondamente l’economia locale e le buone pratiche di agricoltura, che, invece, dovrebbero essere difese e tutelate in ottica di transizione ecologica. Solo nel territorio Montefano-Recanati sono stati individuati ben 18 siti, un vero sproposito se si pensa anche all’importanza culturale e turistica di questi luoghi. Proprio lì, infatti, sono presenti spazi culturali d’interesse nazionale e internazionale come Casa Leopardi, il Colle dell’Infinito e villa Gigli. Auspico un incontro con i soggetti interessati, fra cui la Regione e gli enti locali”.
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Il Ministro Franceschini dovrebbe qualche spiegazione. Si oppose platealmente alla ristrutturazione di un fabbricato rurale esistente da decenni per “salvaguardare” il paesaggio leopardiano e ora non si attiva con almeno pari energia per scongiurare la collocazione di una discarica negli stessi luoghi leopardiani? Si ricorda a chi non avesse presente la vicenda che la ristrutturazione del fabbricato rurale era perfettamente legittima come sancito in tutti i gradi di giudizio ma la proprietaria, dopo tutte le spese legali e le battaglie sostenute, alla fine ha desistito. Un danno per la proprietaria e per la città stessa di Recanati. Di risarcimento danni neanche a parlarne.