Il 18 ottobre, in Modena e provincia, i Carabinieri dei Nuclei Investigativi dei Comandi Provinciali di Modena e Ancona hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Bologna, su richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. di Bologna, nei confronti di 4 persone (3 in carcere e 1 ai domiciliari), ritenute responsabili, a vario titolo, in concorso tra loro, di lesioni personali, detenzione abusiva di armi e munizioni, ricettazione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e violenza privata, con l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 c.p. per reati connessi ad attività mafiose.
L’indagine che ha condotto all’odierna misura cautelare origina da uno stralcio del procedimento penale della Procura della Repubblica di Ancona, instaurato a seguito del decesso di 6 persone (di cui 5 minorenni), avvenuto tra il 7 e l’8 dicembre 2018, in Corinaldo (AN), presso la discoteca “Lanterna Azzurra”. In particolare:
- il locale Nucleo Investigativo di Ancona raccoglieva elementi circa la possibile disponibilità di armi da parte di alcuni soggetti coinvolti in quella vicenda, residenti in Castelfranco Emilia (MO) e in altre località del modenese, tra i quali il figlio di un detenuto, riconosciuto reggente del Clan dei Casalesi per la provincia di Modena;
- nel marzo 2021, il Nucleo Investigativo di Modena, all’esito dei necessari approfondimenti, eseguiva un decreto di perquisizione su delega della Procura della Repubblica – D.D.A.A. di Bologna, nei confronti dei predetti, uno dei quali, operaio 50enne di origini campane ma da tempo dimorante nel modenese, veniva arrestato poiché trovato in possesso di 230 g. di cocaina e due pistole provento di furto, con relativo munizionamento.
In tale quadro, era emerso che, il principale arrestato in Castelfranco Emilia (MO), dopo aver avuto un diverbio per futili motivi con un altro giovane del posto, lo aveva malmenato procurandogli lesioni, per poi interpellare gli altri destinatari del provvedimento cautelare in tema – messisi “a disposizione” del clan – affinché gli procurassero un’arma da utilizzare per risolvere la controversia e conducessero la vittima dinanzi al suo stesso aggressore per subire nuovamente la sua condotta prevaricatrice.
L’operazione, iniziata alle prime ore del mattino è stata condotta dai Carabinieri dei Nuclei Investigativi di Modena e Ancona, con il supporto dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti e con l’ausilio di unità cinofile, fatte appositamente intervenire dal Nucleo Carabinieri Cinofili di Bologna, per la ricerca di armi e droga.