Non dorme sonni tranquilli il sindaco Bravi per la realizzazione di uno dei progetti più ambizioni della Giunta: la nuova scuola Gigli. Abbattuto di fretta e furia dalla giunta Fiordomo, alla vigilia delle elezioni amministrative del 2019, il vecchio immobile degli anni ’60 dichiarato a suo tempo inagibile per il terremoto, ora proprio a ridosso delle mura cittadine c’è solo una distesa di terra ed erbacce che assomiglia tanto ad un paesaggio lunare pieno di crateri.
L’estate scorsa si è dato il via al primo esperimento di gara invitando 15 ditte, ma nessuna di queste ha risposto. E allora via al secondo esperimento di gara e questa volta la lettera d’invito è stata spedita a ben 45 imprese edili. Quante hanno risposto? Solo una!
E non è detto che il problema sia risolto. “Speriamo bene, afferma Bravi, perché se nell’offerta economica emergono delle anomalie o altro, magari l’azienda non ha i requisiti giusti, questo metterebbe di nuovo il blocco alla procedura! Se la cosa dovesse andar bene, invece, l’azienda avrà l’affidamento e potremo finalmente andare avanti con il cantiere.”
Ma come mai su 45 ditte invitate solo una ha presentato la sua offerta? “Ci sono varie ragioni – rimarca Bravi – che rendono difficile oggi reperire ditte che partecipano alle gare. La prima è il boom degli interventi di ristrutturazione con le varie agevolazioni fiscali, come il 110%, per cui le ditte sono piene di lavoro. L’altra, sono i prezzi che sono schizzati in alto e se la ditta non ha proprio necessità di aprire nuovi cantieri se ne guarda bene dal ficcarsi in una procedura che potrebbe essere a rischio. Messi insieme questi due fattori rendono davvero difficile trovare una ditta interessata al lavoro che si propone”.
10 commenti
Potrebbero evitare di fare appalti su invito! Facessero una gara aperta a tutte le imprese!
Concordo, mettano dei parametri oggettivi, chiedano garanzie ampie e aprano gli appalti a tutte le ditte della Unione europea. E soprattutto seguano i lavori passo passo non esitando a revocare l’appalto in caso di inadempienza.
L’0sservatore nella fotografia mi sembra un “favoloso” ex amministratore comunale…
Sembra anche a me il favoloso, ma è assessore, non è un ex.
No, è stata l’acqua cheta……………………..
Cilecca! È un Benito.
La demolizione è stata una operazione frettolosa per paura che si scoprisse la verità. La scuola Gigli non era affatto un edificio terremotato ma danneggiato dalle falde acquifere da molti anni come chiaramente dimostrato. Una operazione mirata a togliere i soldi ai poveri terremotati. Si doveva accedere ai finanziamenti dedicati alla costruzione o ricostruzione delle scuole pubbliche
E si ricostruisce sulle stesse falde acquifere? Se fosse vero quanto detto, sarebbe da irresponsabili. Quanto ai terremotati, quelli veri, sono in via di estinzione.
Provalo!
Giusto.Quanta mala fede è nelle amministrazioni?