Nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio, i Finanzieri della Compagnia di Civitanova Marche, a seguito di mirata attività informativa, hanno approfondito la posizione fiscale di una ditta individuale esercente confezionamento in serie di abbigliamento, risultata aver omesso il versamento delle imposte sui redditi e dell’IVA per complessivi € 481.122 Euro.
Dagli incroci condotti attraverso la consultazione delle banche dati, i militari hanno riscontrato che la ditta individuale, dopo aver maturato il suddetto debito erariale, ha cessato l’attività commerciale. Tuttavia, è emerso che, a seguito della cessazione, presso i locali in uso alla “vecchia” ditta individuale è subentrata una nuova ditta individuale, anch’essa operante confezionamento in serie di abbigliamento, con una forza lavoro ed un pacchetto clienti e fornitori risultati pressoché uguali alla cessata.
Sulla base delle suindicate evidenze, i Finanzieri hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata la titolare della ditta individuale cessata per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, che tra l’altro prevede la reclusione fino a sei anni anni per chiunque, “al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte di ammontare complessivo superiore ad euro cinquantamila, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva”.
Sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria Maceratese, le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione, presso l’attività commerciale, ad un decreto di perquisizione della medesima emesso.
L’attività delegata, condotta con l’ausilio dell’unità cinofila antivaluta in forza alla Compagnia Pronto Impiego di Ancona, si è conclusa con il rinvenimento di 36.800 Euro in contanti, sottoposti a sequestro in quanto ritenuti pertinenti al reato fiscale in esame.
Le operazioni di servizio si inseriscono in un più ampio dispositivo di contrasto all’evasione fiscale: questa costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli.