Recanati non dimentica un suo grande figlio, Giacomo Brodolini, ex ministro del lavoro e soprattutto padre dello statuto dei lavoratori. Questa mattina al cimitero cittadino, dove è sepolto nella sua tomba di famiglia, amministratori locali, parenti e rappresentanti del partito socialista si sono ritrovati per deporre un mazzo di fiori e ricordarlo.
“Dalla sua fede e dal suo credo profondo a difesa dei lavoratori si deve partire per ricreare una società più umana e attenta ai diritti dei lavoratori” ha affermato Ivo Costamagna, responsabile nazionale cultura del Partito Socialista Italiano.
Il sindaco Antonio Bravi ha detto che il ricordo del recanatese Brodolini “non deve esaurirsi in una cerimonia, pur significativa, come quella della visita alla sua tomba nell’anniversario della sua morte (11 luglio 1969), ma deve essere lo stimolo per altre iniziative come quella che si svolgerà fra una settimana in piazza Leopardi”.
Alla cerimonia sono intervenuti parenti dell’ex ministro, Luciano Vita, Presidente Coordinamento Regionale Marche Socialismo XXI e Giuseppe Iacopini.
Stridente la mancanza di bandiere dei sindacati, soprattutto quella della Cgil, della quale Brodolini fu per diversi anni vice segretario.
8 commenti
In tutta umiltà mi chiedo con quale sincerità un Psi che fa da sponda ad un renzismo che nel segno della modernizzazione sostiene la cancellazione degli aspetti più significativi dello Statuto dei Lavoratori,presenzia a questo anniversario.Mi disorienta la presenza di antichi esponenti che stimavo.Oggi di un Brodolini antica maniera avremmo bisogno più che allora.
In che senso?
Io il senso l’ho capito, per me è chiaro quanto vuole dire14:47
Sei di certo un suo parente. Affari vostri. Noi normali non vi capiamo.
Sei di certo un suo parente. Affari vostri. Noi deficienti non vi capiamo.
Mancavano i sindacati?
Mi sarei meravigliato se fossero stati presenti. Sì, perché con quale faccia si sarebbero presentati, visto che da diversi anni non fanno più gli interessi degli operai, né tanto meno quello dell’Italia industriale.
Mai che una sola delle diverse sigle abbia mai suggerito ai governi, che si sono succeduti negli ultimi 20 / 25 anni, di abbassare le tasse alle grandi industrie, così che esse non sciamassero all’estero, penalizzando quelle che lo avessero fatto con interventi coercitivi. Ricordo che la ricchezza economica di un paese industrializzato,quindi che non ha risorse naturali, proviene esclusivamente dalle industrie manifatturiere.
Inoltre hanno permesso i sindacati con il loro silenzio di far togliere ai lavoratori ogni loro diritto, favorendo di fatto il ricatto aziendale.
L’unica cosa che sono riusciti a fare, aumentare le loro paghe e pensioni,attraverso lo stipulo delle tessere e il pagamento di certi servizi CAAF.
Concordo.Purtroppo i sindacati hanno avallato un aumento esponenziale del prelievo fiscale senza un proporzionale aumento dei servizi offerti ai cittadini, hanno avallato il proliferare di norme confuse e contradditorie che avvelenano la gestione delle piccole e medie imprese. Basta pensare all’abolizione dei voucher e al successivo aumento di lavoro nero che più nero non si può.
Un defunto non paga la tessera. Forse è questo.