Nello scorso Consiglio comunale, dedicato all’approvazione del Bilancio di previsione finanziario 2021/2023, l’assessore ai lavori pubblici ha avvertito la necessità di giustificare il perché della richiesta fatta alla Regione, sul capitolo di bilancio che finanzia “Progetti speciali di supporto all’accoglienza turistica”, per l’illuminazione dello scheletro di quello che una volta fu il capannone Nervi. E lo ha fatto con il cipiglio di sempre, forte anche dell’energia emanata dallo scranno sindacale, da lei occupato causa lo scambio di sedie dovuto dalla trasmissione in streaming. A farne le spese, in prima battuta, è stata la salsiccia e tutte quelle sagre paesane che, pur drenando un fiume di pubblico denaro, nessuno si permette di criticare. Un costo enorme per le finanze pubbliche cui non è esente alcun Comune tra cui anche quello di Urbisaglia, beneficiario anch’esso di analogo contributo regionale dallo stesso capitolo di bilancio. Un paragone che, in verità, sembra piuttosto azzardato e che, forse, si giustifica solo dallo stress provocato dalla forte contrarietà che tale provvedimento ha suscitato nei media e nell’opinione pubblica. Premesso che anche Porto Recanati vanta più di una manifestazione comunal-popolare di gastronomia tipica che, come tutto questo genere di manifestazioni genera una micro economia abbastanza significativa che si aggiunge ad una intermobilità tra comuni di non poco conto, forse necessita entrare nel merito dei due progetti presentati dalle due città. Per farlo basta rifarsi a quanto scritto nell’allegato “A” della deliberazione della Giunta regionale.
Il contributo al Comune di Urbisaglia è stato erogato per il Progetto Nativitas che nasce con l’intento di attivare un processo di consolidamento e rafforzamento delle presenze turistiche italiane e straniere nel territorio di Urbisaglia e della Valla del Fiastra. L’iniziativa, a matrice culturale e carattere annuale, consiste nella realizzazione di un percorso-narrazione-esposizione luminoso che si sviluppa su tutta l’area del Parco Archeologico di Urbisaglia e che si compone di opere luminose raffiguranti la natività e gli elementi tipici del presepe.
Il contributo al Comune di Porto Recanati è stato erogato a fronte di uno studio di fattibilità, presentato con nota n. 1335263 del 25.11.2020, per un progetto di illuminazione artistica del Capannone Nervi. Manufatto di archeologia industriale in evidente stato di degrado architettonico e strutturale, per valorizzare la particolare struttura ingegneristica del paraboloide e renderlo visibile anche a distanza, nelle ore serali e notturne. Il progetto prevede un impianto di semplice e rapida realizzazione: dal quadro elettrico già esistente partiranno due nuove linee che alimenteranno il nuovo impianto, la prima verso mare e la seconda verso terra. Tutti gli apparecchi da illuminazione saranno led a temperatura di colore bianco freddo e a basso consumo energetico. Il Capannone Nervi è collocato nell’area già destinata alla realizzazione di un ridosso (Riparo provvisorio dalla furia del vento e dalle onde costituito da qualsiasi elemento naturale che ne interrompa o ne freni l’impeto ndr) previsto nel Piano Regionale dei Porti. Inoltre il comune stesso aveva individuato, tempo fa, una idea progetto per realizzare in quella zona un’area portuale con approdo e annessi di cui il capannone, di proprietà comunale, avrebbe fatto parte. Purtroppo la crisi dell’edilizia degli anni 2010-2012 non ha consentito a Porto Recanati di dotarsi di un approdo. Ad oggi quindi il capannone si presenta come uno scheletro inutilizzato e si trova all’estremo nord di una passeggiata sul mare già bella e affascinante.
Per il progetto del Comune di Urbisaglia, il cui parco archeologico è il più esteso delle Marche, la Giunta regionale delle Marche ha stabilito un contributo di cinquantamila euro.
Per il progetto del Comune di Porto Recanati la Giunta regionale delle Marche ha stabilito un contributo di centoventimila euro.
Centoventimila euro di difficile contabilizzazione perché, sempre nel corso della sua filippica, la novella censora degli sprechi fieristici della salsiccia, ha affermato che il costo dell’illuminazione ammonta a soli sessantottomila euro! Forse, in attesa di illuminare lo scheletro inutilizzato, sarebbe il caso di illuminare prima la certezza delle cifre e stabilire se questa illuminazione sia un effettivo beneficio collettivo o un semplice favore a chi vedrebbe illuminato lo spazio buio che attualmente segna il confine della sua proprietà. Prima però meglio sarebbe chiedere un contributo regionale per un gemellaggio tra la sagra della salsiccia e quello del sardò.
Gioacchino Di Martino
1 commento
Ripeto, le sue sono considerazioni pidocchiose, vista l’insistenza sulle cifre. Nel contempo però si tiene alla larga dal voler sapere che destino intende riservare il Comune e in quali tempi al famoso capannone. Il nodo di tutto, acuto signore, è questo. Se un rudere del genere, ancorchè testimonianza di archeologia industriale, diventa obiettivo di un progetto di illuminazione, a mio parere è perchè lo si vuole “tenere in vita” fino al momento in cui se ne deciderà la demolizione, magari perchè impossibile da “convertire” e così liberare un’area sul lungomare da cementificare per qualcuna delle speculazioni edilizie non nuove al litorale.
Ci pensi, ci rifletta e Buona Pasqua!