Anni di incontri, di confronti, di monitoraggi su inesistenti inizio lavori e di conseguenti grandi disagi per la cittadinanza per arrivare alla certificazione che Open Fiber è 800 giorni in ritardo sui cantieri dei Comuni del comprensorio Marche – Abruzzo. Lo ha ribadito nei giorni scorsi con un comunicato ufficiale il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
Nell’ormai lontano 2015 lo Stato aveva messo a disposizione 2,7 miliardi di euro per la banda ultra larga su tutto il territorio nazionale. Open Fiber (società composta da Enel e Cassa Depositi e Prestiti) si è aggiudicata i lavori per poco più della metà dell’importo.
Per sopperire ai disagi dei lavori non compiuti da Open Fiber e comunque cercare di fornire un servizio alla cittadinanza, Potenza Picena unitamente ad altri Comuni ha accettato il piano di Tim, che prevedeva non la banda ftth ma la fttc. Esaurito il budget privato, Tim (che non ha né l’appalto né le conseguenti responsabilità di Open Fiber) ha concluso gli interventi sul territorio, coperto il larga parte ma lasciando fuori per motivi tecnici Casette Antonelli, Semprinia, una parte del Centro Storico di Potenza Picena e una parte di via Puccini di Porto Potenza Picena.
Consapevoli dell’importanza sociale ed economica di una connessione veloce l’Amministrazione Comunale ha chiesto a Tim di incrementare i lavori per coprire le area escluse. Tim non ha chiuso la porta ma ha risposto che al momento non è possibile.
Intanto la Regione Marche ha sollecitato Open Fiber a recuperare terreno ed accorciare i clamorosi ritardi accumulati.