È l’assurda storia di una 55enne settempedana che per aver richiesto e ottenuto il Cas (contributo di autonoma sistemazione), dopo il sisma del 2016, si è vista, a seguito di controlli disposti dall’autorità giudiziaria, la revoca del contributo per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
L’autorità giudiziaria nel novembre scorso ha provveduto al sequestro della somma ritenuta ingiustamente percepita: 4.300 euro. Solo che la somma è stata – afferma il suo legale – sequestrata su tre conti diversi, 4.300 euro dal conto in banca, altri 4.300 dal libretto alle Poste, per un totale di 8.600 euro e altri 4.3000 dal conto del figlio (convivente e maggiorenne).
La donna ha fatto ricorso presso il Tribunale del Riesame di Macerata che ha ribaltato la sentenza ritenendo la donna legittimata a percepire il contributo, disponendo l’immediato dissequestro delle somme. Ma a distanza di tre mesi dalla sentenza la donna non è riuscita ancora a disporre dei suoi soldi.
Marco Massei nell’intervista concessa a radio Erre, ripercorre tutta l’assurda vicenda.
3 commenti
E… che c’azzecca?
Fatti come questo contribuiscono a rafforzare la fiducia del cittadino verso lo Stato.
Quale stato? Pontificio?