Sono queste le parole scelte dal Comitato No Antenna Montorso, per manifestare alla Delegazione Pontificia la delusione e il dispiacere di saperla coinvolta nell’operazione che ha portato all’installazione dell’impianto ILIAD di 32 metri all’ingresso della Piana. Lo striscione, tenuto dalle mani di alcuni bambini di famiglie residenti, evoca il famoso tradimento di Giuda, perché così si sentono gli abitanti di Montorso da quella mattina del 18 febbraio: traditi.
Per mano di un’amministrazione leggera (o forse no), nel concedere per silenzio assenso l’ok al procedere ad un colosso come Iliad; per mano di burocrati incuranti dei danni al paesaggio, alla memoria di quel fazzoletto di terra a confine fra due cittadine, entrambe votate al turismo; e soprattutto per mano della Delegazione Pontificia. Non è forse la Delegazione della Santa Casa di Loreto, figlia di quel Pontefice che nella sua II Enciclica “Laudato Si’” ispirata al Cantico delle Creature di San Francesco, invoca il rispetto della Casa Comune? Non parla forse Papa Francesco, in particolare nel 3° capitolo, della necessità di essere amministratori responsabili del Creato mettendo poi in guardia dalla tecnocrazia e da quanti “detengono la conoscenza ed il potere economico di sfruttarla, un dominio impressionante sul mondo intero”?
Che fine ha fatto, l’essere umano, che fine hanno fatto le famiglie, i bambini di Montorso, quelle creature che sono “carezza di Dio”? Che fine hanno fatto quanti hanno camminato, vegliato, cantato nella Valle dei Papi?
Con l’istallazione dell’impianto Iliad sotto le nostre finestre, abbiamo scoperto il valore di quei 30 denari: poco meno di diecimila euro. Tanto è bastato alla Delegazione per buttare alle ortiche quella tradizione cristiana che, nelle parole di Papa Francesco “non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, ed ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata”. Magari hanno creduto davvero che lasciando installare un’antenna di 32 metri, con 12 ripetitori che attraversano case, famiglie, vite e “carezze di Dio”, stavano facendo qualcosa come il “bene comune” tanto auspicato dal Santo Padre.
6 commenti
DALla CINa si è rivelato un esattore del fisco Vaticano… Verrà il giorno dell’ira !
Quando gli ex preti (o preti in carica?) si buttano in “politica” le cose prendono una brutta piega.
L’ignoranza non può strumentalizzare i bambini. E nemmeno il Papa. Questa “protesta” è figlia naturale del perbenismo bigotto che governa la cittadina loretana. Per posizionare l’antenna lì dov’è, la società proprietaria ha dovuto chiedere appositi permessi al COMUNE, che aveva il DOVERE di verificare se tutto era in regola non leggi e regolamenti in vigore. E’ il COMUNE che deve spiegare ai cittadini con che motivazioni ha dato il via libera all’installazione, anche se adesso attraverso il sindaco-Pilato fa lo scandalizzato e proclama di “volerci vedere chiaro”. La Delegazioni pontificia in fondo si è comportata come un qualsiasi altro privato proprietario di un terreno che qualcuno chiede di affittare; comportamento normale in un territorio come Loreto dove i pontifici possiedono immobili in quantità. O forse, secondo questo comitato, la Delegazione avrebbe dovuto fare moralisticamente ciò che l’autorità amministrativa, cioè il COMUNE, non ha avuto la capacità e la volontà di fare?
Visto che siete credenti cominciate a pregare Dio che il vostro cellulare abbia, nelle vicinanze, un ripetitore che vi permetta di chiedere aiuto nel momento del bisogno.
Una precisazione: la vallata di Montorso non è proprietà S.Casa? L’antica corale Lauretana, non era della S.Casa? Ma quest’ultima era una USCITA… l’antenna UNA ENTRATA ! Il Papa moderno non voleva una chiesa povera? Il 5G attira più che Cristo…..
Che un’antenna per telefoni cellulari, per gli amati e indissolubili smartphone debba rientrare nei pensieri del Papa è veramente pretendere troppo, anche per un laico come me. Meno arroganza per cortesia e più realismo.
P.S. – Confermo: gli ex preti o i preti mancati sono più dannosi di quelli in carica.