Prosegue a Macerata il processo a carico della recanatese Franca Preziuso, accusata di maltrattamenti da una bidella del Liceo Classico di Recanati dove a suo tempo lavorava come dirigente amministrativa. Fra le due da tempo non c’erano rapporti cordiali – parliamo dell’anno scolastico 2016-2017 – e c’era un clima sempre pesante: la Preziuso rimproverava l’operatrice scolastica di non saper fare il suo lavoro e di stare troppo al telefono. Una volta la lite fra le due sarebbe terminata con la minaccia, da parte della Preziuso, di fronte anche ad altre persone di “fargliela pagare”. Da qui la denuncia.
Ieri il pubblico ministero Lanari ha ascoltato alcuni testimoni che hanno confermato il litigio. Ma non i maltrattamenti.
Il processo è stato rinviato ora ad aprile per sentire altri testimoni e poi sarà la volta dell’accusata difesa dagli avvocati Donato Attanasio e Paolo Tartuferi.
10 commenti
Se fai un articolo o metti nome e cognome di tutte e due oppure non metti nessuno
Giustissimo
Chi lo decide tu? L’articolo è corretto, parla di una persona sotto processo e di una presunta vittima che può restare anonima.
Presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna. Ecco chi decide… Dunque è sconveniente citare una sola parte.
le vittime vanno sempre tutelate
Sono d’accordo. Così come l’accusato non ancora condannato o prosciolto. Bastava non fare nomi e scrivere solo “dirigente scolastico” e “operatore scolastico”. Tutto qua, ma per certe persone sembra un concetto troppo complicato.
Come mai tutelare il nome e cognome della collaboratrice scolastica e non del dirigente amministrativo??? La privacy di una vale di più dell’altra?!?!? Davvero un pessimo modo di fare i giornalisti!!!
Piccola differenza. Una e’ parte lesa. L’altra imputata. Imputata, si deve sapere chi é.
Imputato significa colpevole?!?!?
Sti quattro giornalisti mentecatti dovrebbero tener conto di quanto stabilito dal “Codice in materia di protezione dei dati personali” aggiornato nel 2018 alle norme europee (Decreto legislativo 196 del 30 giugno 2003 integrato con le modifiche introdotte dal Decreto legislativo 101 del 10 agosto 2018).
Questo – in sintesi – stabilisce che debbano essere rispettati diritti e libertà fondamentali di ogni persona, indagati compresi, nonché la sua dignità.
Occorre inoltre rispettare sempre il principio di non colpevolezza, che a questo punto immagino non sia noto a chi lavora per sto giornaletto!!!
Sono d’accordo con Lei, il problema però è che sia il resto del carlino che cronache maceratesi si comportano nello stesso modo. O la bidella è un’intoccabile, oppure qui si ignorano i principi più evidenti di rispetto della persona. Triste…