La recanatese Ylenia Gironella del movimento “Non una di meno” ai microfoni di Radio Erre traccia la situazione dell’applicazione della legge 194 sull’interruzione della gravidanza nella Marche dove sono sempre di più il personale sanitario, paramedico, ginecologi e ginecologhe obiettori di coscienza e dove, con la pandemia, le donne sono costrette a pellegrinare da una struttura all’altra della regione e spesso anche ad emigrare perché non trovano posto.
Durante la crisi sanitaria del covid 19 la già fragilissima rete della legge 194 è stata messa a dura prova, costringendo le donne a spostarsi e sovraccaricare altre strutture. Il sistema sanitario nega di fatto il diritto di scelta da sempre e la pandemia ha acuito tutte le sue lacune. Ad essere complice di questo mancato diritto sono le parti politiche: non è ammissibile che si debba aspettare quasi un anno una visita per un’ecografia mammaria, per non parlare di una semplice visita ginecologica: la prevenzione della salute delle donne non è una priorità ma è una priorità ostacolare una interruzione volontaria di gravidanza. I dati dimostrano che sono in netto calo in tutta Italia ma si vuole semplicemente mettere bocca sulle scelte delle donne invece di garantirne la salute.
Centrale, per il movimento, la critica al trattamento economico e sociale delle donne e la lotta contro la violenza di genere: una donna viene uccisa da un ex, convivente, marito, fratello, padre, da un uomo quasi sempre nella cerchia relazionale, ed avviene un femminicidio ogni 3 giorni. Bisogna lottare per chi ha un orientamento sessuale non conforme e si vede discriminato, per chi è una persona transgender e non viene ancora riconosciuta, queste sono le nostre battaglie più urgenti ed è qui ed ora che dobbiamo farle perché riguardano tutti, non solo una minoranza.
10 commenti
Bigotta.
Trovatevi i medici non obiettori fuori dalle Marche.
Forse è più facile trovare un medico obiettore del servizio pubblico che in una clinica privata in libera professione esegue la 194.
Bisogna anche vedere se si è obiettori per vocazione o per carriera,anzi io ai medici obiettori darei un trattamento economico inferiore!
No! Trovati tu gli obiettori fuori!
Vabè allora stai qui se poi non riesci prorpio a trovarli t’attacchi al come si dice!
Trovateli tu sul web i non obiettori!
E tu se non riesci a trovare i medici abortisti da queste parti arrangiati!
Tanto a me non servono!
Concordo su ogni singola parola.
State utilizzando la 194 solo come mezzo di controllo delle nascite. Usate la testa non il resto del vostro corpo…..
I medici obiettori non dovrebbero lavorare nelle strutture pubbliche perché non garantiscono un servizio che alle donne dovrebbe essere garantito. Si parla di penalizzare gli operatori sanitari che non intendono vaccinarsi e poi si pagano con denaro pubblico coloro che il servizio pubblico non lo garantiscono.
Esatto!