La Procura della Repubblica di Ancona ha notificato nei giorni scorsi l’avviso della conclusione delle indagini svolte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria del capoluogo dorico, emesso nei confronti di due medici in servizio presso gli Ospedali Riuniti di Ancona-Torrette per il reato di divulgazione di segreto d’ufficio di cui all’articolo 326, terzo comma del c.p..
Tale attività si ricollega all’effettuazione di una articolata indagine, finalizzata ad accertare irregolarità, che si sarebbero verificate durante lo svolgimento di un concorso pubblico, indetto dall’Azienda Ospedaliera, per un posto “a tempo determinato” della durata di sei mesi, riservato a uno specialista nella “cura delle anomalie del linguaggio e dell’articolazione della parola”.
Le investigazioni delle Fiamme Gialle, coordinate dai magistrati dorici e durate dodici mesi, hanno consentito di acquisire gravi indizi nei confronti del Presidente della commissione d’esame appositamente costituita, che svolge le funzioni di primario di un reparto del predetto ospedale, il quale, avvalendosi della collaborazione di un medico compiacente di anni 34 che lavora nello stesso reparto, avrebbe favorito la fidanzata di quest’ultimo, di anni 27, consentendole di conoscere anticipatamente gli argomenti d’esame e le risposte esatte.
I militari dipendenti dal Comando Provinciale di Ancona hanno rilevato come solo uno dei ben quaranta candidati sia riuscito a conseguire l’idoneità al test, composto da trenta domande a risposta multipla.
L’ipotesi degli inquirenti è che la prova scritta sia stata volutamente resa molto complessa, in maniera tale che solo chi fosse già in possesso delle risposte avrebbe potuto superarla.
L’attività investigativa è stata svolta anche mediante l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e l’impiego di personale specializzato nell’analisi forense dei dispositivi informatici, che sono stati sottoposti a sequestro nel corso di perquisizioni domiciliari effettuate sia presso le abitazioni private degli indagati sia presso lo studio del primario all’interno dell’ospedale.
Le indagini tecniche hanno, quindi, permesso di accertare che le domande della prova d’esame, con le relative risposte esatte, erano state materialmente predisposte sul proprio pc personale dal medico fidanzato con colei che poi è risultata l’unica partecipante idonea, nonostante quest’ultimo fosse totalmente estraneo alla commissione giudicatrice.
Tali domande sarebbero poi state consegnate al presidente di commissione su una chiavetta usb, il quale, senza la dovuta pre-condivisione con gli altri due membri della commissione – entrambi logopedisti dello stesso ospedale – avrebbe deciso di somministrare i suddetti quesiti ai candidati il giorno stesso dell’esame.
La compagna del medico ritenuto l’autore del questionario del concorso ha risposto correttamente a tutte le trenta domande, conseguendo non solo l’unica idoneità, ma anche il punteggio massimo ottenibile; tutti gli altri candidati hanno ottenuto un punteggio inferiore al minimo richiesto per il superamento della prova.
Le dichiarazioni acquisite dalle persone informate sui fatti e dai dirigenti dell’azienda ospedaliera preposti all’indizione del concorso, che hanno fornito ampia collaborazione agli inquirenti, hanno dato conferma delle modalità “anomale” con cui è stato svolto l’iter di selezione.
L’indagine si è conclusa con la denuncia a piede libero alla locale Autorità Giudiziaria dei due medici coinvolti, per avere, in concorso tra loro, divulgato segreti d’ufficio connessi alla prova concorsuale indetta dall’azienda ospedaliera.
L’attività di servizio in argomento si inserisce nel presidio esercitato dalla Guardia di Finanza sul territorio nazionale nella lotta agli illeciti contro la pubblica amministrazione, volto ad assicurare il buon andamento e l’imparzialità degli uffici pubblici per l’affermazione della meritocrazia, per la tutela della salute, nonché per la salvaguardia della legalità e della trasparenza.