La cultura come cura soprattutto nei tempi del Coronavirus. L’iniziativa partita da Recanati da un’idea dell’Assessora alle Culture Rita Soccio, si propone di dimostrare come la cultura del territorio possa incrementare il benessere delle persone.
La proposta è stata sviluppata grazie alla partnership con Promo PA Fondazione, che su questi temi lavora da anni, ed ha mappato attraverso un’indagine esplorativa lo stato dell’arte dei progetti tra cultura e benessere sul territorio marchigiano, nella prospettiva di costruire, partendo dall’esistente – competenze, esperienze, bisogni territoriali −, veri e propri servizi di welfare al cittadino a base culturale.
“Quello che stiamo cercando di creare qui a Recanati è una forma di welfare culturale che possa diventare un punto di riferimento per tutte quelle realtà regionali che operano in quella direzione. – ha dichiarato l’Assessora alle Culture Rita Soccio – Ormai da anni si discute della cultura come fonte di ben-essere psico-fisico, come miglioramento dello stile di vita e importante fattore di stimolo per una vita sana in tutte le fasi della vita con una ricaduta positiva nel sociale e nel settore sanitario di una comunità. Sono molto soddisfatta dei numeri e contenuti che sono venuti fuori da questa prima indagine, l’entusiasmo dei partecipanti e dei relatori mi fa ben sperare per le prossime fasi del progetto.”
La ricerca, curata da Francesca Velani, Vicepresidente di Promo PA e sviluppata dalla ricercatrice Maria Elena Santagati è sostenuta anche dalla Regione Marche, ed ha visto il coinvolgimento di 199 organizzazioni pubbliche e private culturali, socio-sanitarie ed educative presenti sul territorio regionale (su un data base di circa 4500).
“I partecipanti all’indagine, durante l’incontro nel primo webinar di presentazione dei risultati, hanno accolto con entusiasmo la nostra proposta di costituire a Recanati un tavolo di coordinamento sul tema – afferma Francesca Velani – L’obiettivo che rientra nella mission della Fondazione è mettere a sistema le realtà pubbliche e private e definire un piano di lavoro comune, portando da un lato a fattor comune le molte esperienze eccellenti emerse, e definendo contestualmente dei modelli di lavoro replicabili da sviluppare insieme, con un programma pluriennale che possa essere condiviso con la nuova giunta regionale a partire già dal mese di novembre 2020”.
Ebbene, rispetto al totale dei 199 rispondenti il 58% è già attivo sulla tematica cultura e benessere e circa la metà interviene sul tema attraverso “Attività di sensibilizzazione e divulgazione” (50%) e “Proposte culturali” (46,77%); il 37.10% è invece impegnato con “Attività di sperimentazione con target specifici” e l’11.29% con “Attività di ricerca”.
Relativamente alle modalità con cui le organizzazioni contribuiscono, attraverso le loro attività, allo sviluppo della relazione tra cultura e benessere, circa la metà lo fa favorendo una partecipazione culturale grazie a un’offerta diversificata e circa il 40% è impegnata in processi di formazione e capacitazione in collaborazione con attori di altri settori.
Interessanti anche le risposte delle organizzazioni non attive sul tema, da cui è emerso che il tema risulta interessante e rilevante, ma vi sono ostacoli di natura prevalentemente organizzativa ed economica.
Oltre agli attuali ambiti di intervento, alle organizzazioni è stato chiesto di individuare, tra una serie di sotto temi elencati, quelli di interesse prioritario. Per entrambe le categorie i livelli più elevati si rilevano per cultura, inclusione e coesione sociale e cultura e giovani.
A livello sistemico, organizzazioni attive e non attive hanno indicato come azione prioritaria quella di attivare finanziamenti dedicati.
E’ inoltre emerso un elevato livello di disponibilità a collaborare da parte delle organizzazioni rispondenti, tanto da parte delle organizzazioni attive che da parte di quelle che non lo sono ancora, lasciando supporre ampi margini di sviluppo.
Proprio per questo motivo, e per accompagnare il tavolo a sviluppare proposte in linea con quanto indica l’Agenda Europea per lo sviluppo sostenibile 2030, il progetto proseguirà con quattro incontri formativi aperti a tutti gli interessati, che si svolgeranno via web da settembre, per concludersi con un incontro-confronto a fine novembre.
2 commenti
Ma perché non avete curato con la cultura i degenti dell’ R.S.A. e delle CASE DI RIPOSO che sono morti di Covid?
E’ chiaro che la mia vuole essere una provocazione, ma mi farebbe piacere sapere, al di la degli intenti, che cosa in pratica ci volete curare, perché non si è capito.
La tua una provocazione Mimmo? No , una scemenza.
La cultura cura le menti povere…….