Alle prime luci dell’alba di questa mattina i militari della Compagnia Carabinieri di Civitanova Marche, collaborati dai colleghi del Nucleo Cinofili di Pesaro, hanno dato corso all’ordinanza applicativa della misura cautelare personale emessa lo scorso 3 giugno dal Giudice per le Indagini Preliminari di Macerata dott. Domenico Potetti nei confronti di quattro soggetti, tutti già noti per i loro trascorsi penali e residenti in Porto Recanati, responsabili del reato continuato in concorso tra loro di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ex art. 73 del D.P.R. 309/90.
Il provvedimento scaturisce da complesse ed articolate indagini relative allo spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito del complesso residenziale River Village di Porto Recanati, condotte dai militari del posto che, a seguito di specifici servizi di osservazione ed in esito a documentate cessione di stupefacenti nel periodo compreso tra settembre e dicembre 2019, sono riusciti a dimostrare la sussistenza di gravità indiziaria a carico di tutti gli indagati, responsabili di oltre seicento episodi di spaccio di eroina, cocaina ed hashish, tale da consentire al Dott. Enrico Riccioni, sostituto Procuratore della Repubblica di Macerata, di avanzare motivata proposta applicativa di misura cautelare, sostanzialmente tesa ad arginare la possibilità attuale e concreta di reiterazione del reato.
Il certificato ventaglio probatorio, uniti al livello di pericolosità sociale degli indagati e la qualificata attitudine allo spaccio del sodalizio, ha convinto il giudice a disporre la misura della custodia cautelare in carcere a carico di un sessantenne italiano ed un trentatreenne tunisino, mentre, un trentasettenne macedone è stato sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e divieto di allontanamento. Infine, ad un quarantunenne tunisino sono stati imposti gli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria tutti i giorni alle dieci.
Le operazioni di esecuzione delle misure di questa mattina hanno consentito il recupero ed il sequestro di numerosi telefoni cellulari, appunti e materiale di dubbia provenienza, posto al vaglio degli inquirenti per i necessari successivi accertamenti.
Gli arrestati sono stati tradotti presso il carcere di Ancona Montacuto che, insieme al correo posto agli arresti domiciliari, restano in attesa dell’interrogatorio di garanzia.