L’avvertimento è lanciato da Daniele Massaccesi, medico di medicina generale. Il professionista è seriamente preoccupato per le continue limitazioni, giustificate dall’emergenza Covid, all’accesso dei servizi sanitari. Di esempi ce ne sono tanti. L’ultimo, che lo ha mandato su tutte le furie, è l’aver appreso, neanche dai vertici dell’Asur ma dai suoi stessi pazienti, che gli esami di laboratorio non si fanno più se non hanno il carattere di urgenza.
Inoltre tutte le visite specialistiche (oculistica, chirurgica, otorino), saranno eseguite nel nostro territorio solo se nella richiesta medica è scritto urgente o breve, altrimenti dovranno passare attraverso il Cup regionale.
Nel reparto radiologia c’è un medico solo al mattino sino alle ore 14, poi più nulla sino al giorno dopo.
Per il cambio del medico o per gli stranieri che ogni anno debbono aggiornare la tessera sanitaria non è più possibile accedere allo sportello ma la richiesta va inoltrata per via telematica ignorando che molti non hanno il computer.
I medici di medicina generale hanno rinunciato a partecipare all’ospedale di comunità e attualmente alle cure intermedie ci sono solo cinque degenti. Una volta, nella vecchia medicina, c’erano 60 ricoverati, poi diventati 40 di lungodegenza, poi 20 per i medici di medicina generale e 20 per i due medici dell’ex medicina. Oggi solo 5.
“Insomma, mettiamo in fila tutti queste limitazioni di servizi, si lamenta Massaccesi, e poi ditemi voi se non viene il sospetto che vogliano farci abituare all’idea che l’ospedale di Recanati non serva più a niente. Il rischio è che con il tempo, con il degrado della struttura che non viene più adeguata alle nuove normative, la struttura non sarà più a norma e te la chiudono. Poi, tutti i movimenti popolari saranno inutili”.
14 commenti
Da tanto tempo conosco Daniele e lo ritengo persona seria e professionista esperto.La sua denuncia la giudico condivisibile e,se non siamo arrivati alla vera chiusura del Paese per quanto riguarda il welfare,deve esser presa nella più seria considerazione dagli Organi competenti.La ristrutturazione della sanità pubblica non può percorrere queste strade di smantellamento totale.
E’ il “modello Ceriscioli”, che in questi anni tanti hanno appoggiato e sostenuto, medici compresi. Un modello di sanità pubblica che ha lasciato fuori i cittadini, badando invece agli appetiti dei partiti (TUTTI) perchè così alimentavano il loro sottogoverno, alle pressioni delle lobby baronali preoccupate solo di mettere in piedi laboratori e poliambulatori privati da convenzionare con la Regione, alle preoccupazioni dei sindacati interessati solo a non perdere iscritti.
Adesso piagnucolare o sbandierare “ristrutturazioni” che si realizzeranno chissà quando e chissà come, è semplicemente infantile se non si va al cuore del problema: mandare a casa una intera classe politica (?) rivelatasi incapace, inetta, incompetente. Operazione complicata, viste le troppe scorie ideologiche presenti e i “granitici” intrecci di bottega.
Condivido pienamente. Mani pulite, tangentopoli, non sono servite a nulla anche per colpa loro. Ricordiamo con tristezza Mario Chiesa, Bettino Craxi che lo definì “mariuolo” la vecchia DC ed il PSi costretti a sciogliersi ed a cambiare nome. Oggi a distanza di 30 anni, nulla è cambiato. Le lobbies dei baroni dei medici e delle case farmaceutiche continuano ad imperversare nel mondo della sanità, fregandosene della gente comune che li paga.
Purtroppo sono stati fatti tutti i ricambi possibili ed immaginabili,destra,sinistra,antipolitica,senza alcun risultato,anzi incrementando la sfiducia dell’uomo medio.
Se non si realizza una vera e propria rivoluzione culturale di massa temo che non se ne verrà fuori.
Illusioneeee, dolce chimera sei tuuuuu!
Stiamo coi piedi per terra. La strada è quella di cambiare voto, di non dare sempre “fiducia” al solito perchè è il… paesano o perchè è raccomandato dal conoscente che lavora in banca. In fondo non c’è più il “pericolo rosso” o le squadracce fasciste alle porte.
Condivido in pieno quello che dice e la ringrazio con tutto il cuore una dipendente dell’ospedale in questione
Sono anni che a Recanati si combatte per mantenere un ospedale che offriva buoni servizi, nessun governatore ci ha mai ascoltato e quest’ultimo è stato il peggiore che potesse capitarci. I governi passano e noi siamo ancora qui a protestare fra noi, impotenti!
Decisamente riprovevole quello che continuano a fare a questo Ospedale, purtroppo da quando a gestirlo è entrata la politica, è stata rovinata questa struttura fiore all’occhiello di questa città. Per il puro scopo di carriera politica di qualche politico senza rispetto per la città e per tutti cittadini dei conuni che facevano parte di quella Usl 14 di cui facevano parte della stessa.
In realtà basta andare sul sito dell’Asur per verificare che tali limitazioni sono state applicate in tutta la regione, causa covid, per evitare assembramenti e permettere al personale di lavorare da casa. Nei presidi sanitari pubblici sono garantite solo prestazioni urgenti, analisi, visite specialistiche e radiologia. Gli sportelli amministrativi sono tutti chiusi, ad eccezione delle casse ticket. Per cambio medico ed altre procedure, oltre che telematicamente, ci sono dei numeri telefonici a cui rispondere, rispondono gli operatori che stanno lavorando da casa. Per le prenotazioni c’è il numero verde, che risponde dalle 8 alle 18 ed il sabato dalle 8 alle 13. I ricoveri nelle cure intermedie e nelle RSA, sempre causa covid, sono limitati ai soli casi urgenti. Che ci sia stato uno smantellamento della sanità pubblica nel corso degli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti. Che si voglia fare passare per ulteriore smantellamento la riduzione e la modifica dei servizi causa emergenza è mistificare la realtà.
Numero verde? Una presa in giro con i fiocchi. Devi avere tempo, molto tempo per ottenere una risposta.
a parte il fatto che la denuncia è tardiva, lo smantellamento dell’ospedale è iniziato anni fa, oggi non è in atto alcun smantellamento, ma solo delle misure atte a contenere la diffusione del virus.
A Recanati è possibile fare le analisi con accesso diretto solo per alcune categorie protette e per le urgenze fino al 31 maggio. Le analisi non urgenti vengono rimandate a dopo tale data.
Come ha ben detto Anna Bellelli, per informarsi bastava andare sul sito dell’asur , evitare di chiedere al medico di mettere urgente se non ce n’era necessità e comportarsi da persone responsabili.
Sappiamo tutti il momento che stiamo vivendo, pazientare qualche giorno in più non uccide nessuno, anzi
Il solito conformismo che giustifica le decisioni dei politicanti e dei loro sottopancia trasformati in “manager” come il rospo della favola. Se il medico indica come “urgente” un accertamento, chi ha il diritto di decidere che così non è? Per contenere (?) la diffusione del virus allora si potrebbe adottare un’altra soluzione: prenotarsi telefonicamente e far andare a domicilio chi deve fare i prelievi. Così non c’è affollamento e l’analisti rimedia anche un caffè!
veramente è lo stesso dottore che lo dice nell’articolo. Non ci si rende conto di cosa veramente è il corona virus, quindi andare in ospedale a fare accertamenti non urgenti aumenta il rischio di contagio, aspettare qualche giorno ( anche perchè come ha detto Anna Bellelli è una cosa che si risolverà in poco giorni) non vi uccide , anzi
Cari difensori delle vause perse… in partenza, sul sito di ecc. ecc. il numero verde ecc. ecc. e siamo noi che ci dobbiamo comportare da persone serie? Chi dovete difendere? Tra l’altro dicono: “Che ci sia stato uno smantellamento della sanità pubblica nel corso degli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti”. E già, da fiore all’occhiello delle Marche (vedi convegno di Pesaro sugli ospedali marchigiani) a Casa della Salute alias Ospedale di Comunità che PER LEGGE non puà avere un PPI ne tantomeno un Pronto Soccorso. Lo spostamento di lungodegenti dall’IRCER al Santa Lucia ne é l’emblema: Poco più di un ricovero! Questi ferrati difensori dovrebbero sapere, ma se non lo msanno é perché non c’é più sordo ecc. che la Regione dopo la legge cosiddetta Balduzzi, ha violato colutamente e spudoratamente le indicazioni di quella legge, NAZIONALE, che indicava i parametri nei quali potevano esistere le tre categorie di ospedale: BASE – i° LIVELLO e II° LIVELLO. Bene, anzi male, ne l’ospedale di Civitanova, ne l’ospedale di Macerata, hanno mai avuto il BACINO D’UTENZA sufficiente per avere un I° LIVELLO, perché sempre sotto il parametrro richiesto dalla legge. Ma la regione, col fatto della famigerata “Lwgislazione Concorrente” anche sulla sanità, ha fatto come gli pare e piace, agevolando alcuni e mortificando altri, tra i quali noi. Per conferma chiedere al responsabile delle Marche della CIMO (Sindacato Medici Ospedalieri) per avere maggiori chiarimenti. Mah, che vuoi aggiungere.