Abbiamo sperimentato in questi giorni che molti italiani con la fine del periodo di confinamento, trovano paura e ansia nell’uscire di casa.
Vi sorprende?
La prima cosa da chiarire è che si tratta di una reazione normale: non si tratta di un disturbo psicologico. A questo dobbiamo aggiungere un’altra considerazione: il Coronavirus non è scomparso. Il rischio di contagio è ancora presente ed è comprensibile che la paura di ammalarsi aumenti l’insicurezza e il timore di uscire.
E’ la cosiddetta sindrome della capanna, o cabin fever in inglese, è un’esperienza già descritta all’inizio del XX secolo.
Ne abbiamo parlato con lo psicologo Adelio Bravi
5 commenti
È un argomento non credibile, comunque già superato. Ennesimo tentativo di infondere terrore ed insicurezze nei cittadini da parte degli strizzacervelli.
Questa è l’OMS, poi se uno si vuol documentare sul corriere dei piccoli, liberissimo.
CORONAVIRUS Effetto pandemia Coronavirus, Oms: salute mentale a rischio L’Oms: gli effetti della pandemia sull’essere umano: isolamento, paura, crisi economica producono danni psicologici. Questione che i governi dovrebbero mettere “in primo piano” Tweet Coronavirus, Oms: è allarme anche per la salute mentale Coronavirus, Oms: il virus potrebbe non scomparire mai, con il vaccino avremmo chance Oms: situazione fragile in Europa dove aumentano paura e violenza 14 maggio 2020Anche la salute mentale, non solo quella fisica, è a rischio a causa della pandemia di coronavirus. Lo rileva la direttrice del dipartimento salute mentale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Devora Kestel, presentando un rapporto Onu sul tema. “L’isolamento, la paura, l’incertezza, le turbolenze economiche, tutti questi elementi causano o potrebbero causare sofferenze psicologiche”, ha aggiunto, giudicando probabile un aumento dei casi di malattie mentali, questione che i governi dovrebbero mettere “in primo piano”. La salute mentale e il benessere di intere società sono state gravemente colpite da questa crisi e sono una priorità’ da affrontare con urgenza”, ha detto la funzionaria dell’Oms ai giornalisti durante un briefing. Il rapporto dell’Onu, con linee guida su covid-19 e malattie mentali, ha messo in evidenza diverse aree del mondo e parti di società vulnerabili al disagio mentale, inclusi bambini e giovani isolati da amici e dalla scuola, operatori sanitari che vedono migliaia di pazienti infettati e che muoiono per il coronavirus. Così secondo quanto spiegato dall’analisi dell’Oms la pandemia di Covid-19 rischia di scatenare “un massiccio aumento dei casi di malattia mentale nei prossimi mesi” se non si aumentano urgentemente gli investimenti nei servizi per la salute mentale. “L’impatto della pandemia sulla salute mentale delle persone è già estremamente preoccupante”, ha dichiarato il direttore generale della Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “L’isolamento sociale, la paura del contagio e la perdita di familiari sono aggravati dall’angoscia causata dalla perdita di reddito e spesso dalla disoccupazione”. I rapporti indicano già un aumento dei sintomi della depressione e dell’ansia in numerosi Paesi. Uno studio in Etiopia ad aprile ha riportato una triplicazione della presenza dei sintomi della depressione rispetto alle stime pre-Covid-19. “Gruppi specifici di popolazione sono particolarmente a rischio di stress psicologico correlato al Covid. Gli operatori sanitari in prima linea, di fronte a carichi di lavoro pesanti, decisioni di vita o di morte e rischio di contagio, sono particolarmente colpiti”, si legge nella relazione dell’Oms. Durante la pandemia, in Cina, gli operatori sanitari hanno riportato alti tassi di depressione (50%), ansia (45%) e insonnia (34%) e in Canada il 47% degli operatori sanitari ha segnalato la necessità di supporto psicologico. “Anche i bambini e gli adolescenti sono a rischio. I genitori in Italia e in Spagna hanno riferito che i loro figli hanno avuto difficoltà a concentrarsi, così come irritabilità, irrequietezza e nervosismo. Le misure di confinamento hanno comportato un rischio maggiore per i bambini che assistono o subiscono violenze e abusi”. Altri gruppi a rischio sono le donne, in particolare quelle che si destreggiano tra smart working, scuola a casa e lavori domestici persone anziane e persone con condizioni di salute mentale preesistenti. L’aumento del consumo di alcol è un’altra area di preoccupazione per gli esperti di salute mentale. Le statistiche del Canada riportano che il 20% delle persone di eta’ compresa tra 15 e 49 anni ha aumentato il consumo di alcol durante la pandemia. L’aumento delle persone bisognose di salute mentale o supporto psicosociale è stato aggravato dall’interruzione dei servizi di salute fisica e mentale in molti Paesi. Oltre alla conversione delle strutture di salute mentale in strutture di cura per le persone con Covid-19, i sistemi di assistenza sono stati colpiti dalla chiusura dei servizi e dalla mancanza di personale. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/oms-salute-mentale-a-rischio-4909b351-9f48-4fe8-9ccf-3ffe2c604308.html
Egregio non anonimo Adelio Bravi (la firma è opzionale in questo blog e non aggiunge meriti o importanza a chi la appone)…poteva risparmiarsi e risparmiarci il pistolotto. Lei, ha già occupato abbondantemente lo spazio in voce con l’ intervista che le è stata concessa da Radioerre. Ora, indispettito dal commento di un lettore che non riconosce nelle sue parole nessun elemento di condivisione, si lancia all’ attacco con riferimenti ed allusioni tendenti a mettere in dubbio la maturità di chi quel commento ha postato. Ebbene sappia che personalmente reputo ” il corriere dei piccoli” molto più interessante,formativo, veritiero di tutti quei testi e di quelle organizzazioni inutili cui lei fa riferimento. La sindrome della capanna è l’ennesimo tentativo di infondere nella gente comune la paura, l’insicurezza. Sindromi che secondo la farlocca psichiatria moderna dovrebbero essere curate a suon di sedute negli studi degli strizzacervelli. Pagando.
No la sindrome della capanna è reale e non va curata a suon di soldi, ma a suon di convinzione personale e di coraggio. Dobbiamo dire a noi stessi che la vita va avanti e che con tutte le precauzioni, uscire è indispensabile e fa solo del bene. Parrucchiere, estetista, bar per un caffè con un’amica, passeggiata col cane, ecc. insomma vita normale.
Condivido. La sindrome della capanna si supera e si cura…vivendo lontani dagli studi di psicologia.