Le chiese non sono luoghi di contagio. La chiusura forzata, anche dopo il 4 maggio, dei templi dedicati al culto cristiano ha provocato un’ondata di indignazione dei vescovi e dei sacerdoti. Rivendicano il diritto alla libertà di celebrare messa. Ne abbiamo parlato con il maestro Andrea Carradori di Tolentino.
15 commenti
Nn e colpa del governo…la colpa è della chiesa stessa….quella chiesa che si è data alla politica. Mi dispiace caro don Carlos
ma voi siete matti. prima di tutto la salute. tutti i luoghi pubblici sono possibili luoghi di contagio. intanto si può pregare anche in casa, sapete?
Le Chiese non sono luoghi di contagio.Letta questa frase iniziale mi rifiuto di prestare ascolto a tutte le argomentazioni che ne seguono perchè a priori le giudico irrazionali,fatta salva la puntualizzazione che anche quì trovassero applicazione tutte le disposizioni previste per evitare assembramenti : cento fedeli che volessero partecipare alla Messa,dieci gruppi e dieci Messe.
Sulla portata di questa pandemia c’è ancora tanto buio a livello scientifico e la prudenza è d’obbligo,se non vogliamo mettere in preventivo anche centinaia di migliaia di morti.
“Rivendicano la libertà”. E tutti gli altri italiani che non possono muoversi di casa per fare una semplice passeggiata, che non possono andare a fare una gita magari a… Tolentino, che non possono andare ad acquistare un paio di scarpe perchè i negozi di scarpe sono chiusi, che devono dare conto di ogni spostamento? A questo signore e a chi rappresenta ha risposto bene Papa Francesco: “Servono prudenza e obbedienza”. Ma si sa, questo Papa è fortemente contestato proprio dai cattolici e la Chiesa “gerarchica” ha sempre cercato e voluto privilegi da casta.
D’accordissimo sul fatto che la chiesa “gerarchica” ha sempre cercato soldi e potere, ecco perchè odia questo Papa. Inoltre volevo puntualizzare un fatto: Chi l’ha detto che sono diminuiti i praticanti? E che a messa non va più nessuno? Leggendo le proteste di certi elettori di destra, caspita! Tra poco avremo un sovraffolamento alle messe. Qualcuno è pronto a fare il chierichetto.
In realtà da due mesi siamo tutti soggetti a una violenza inaudita praticata da un governo che non ha ancora detto se e quando si faranno i tamponi, con quale ordine, se e quando si faranno le indagini sierologiche, se e quando sarà attivata questa benedetta app. e intanto il paese va in malora. Penso che siano le prove generali per uno stato autoritario. Ometto quanto detto in proposito dalla attuale Presidente della Corte Costituzionale Italiana perchè penso sia conosciuta ai più, e ricordo quanto detto da Schauble, presidente del Bundestag a fronte delle disposizioni restrittive tedesche ben più leggere delle nostre: “Se c’è un valore assoluto ancorato nella nostra Costituzione, è la dignità delle persone che è intoccabile. Ma questo non eslude che dobbiamo morire”. Per scendere alle condizioni contingenti, rileviamo che in teoria dal 4 maggio possono riaprire i cantieri edili privati ( quelli pubblici non hanno mai chiuso) ma i responsabili della sicurezza non hanno i protocolli da applicare. In compenso, come al solito, le sanzioni civili e penali sono mostruose.
Gentile signora, la vita delle persone non è fatta di protocolli e non bastano quattro fogli di carta scritti in “bel burocratese” per garantire la sicurezza, in qualsiasi settore. Lo Stato autoritario sta sempre nel cuore degli italiani (ricordi cosa poteva succedere se passava un recente referendum costituzionale). Prova ne è che in queste settimane è cresciuta la percentuale di coloro che apprezzano la Cina per i modi con cui ha affrontato l’epidemia, modi che non riguardano solo l’aspetto sanitario, ma pure quello sociale, politico, dell’ordine pubblico e che perciò non sono affatto da invidiare o, peggio, da invocare. Noi però siamo un popolo che, ahimè, si entusiasma facilmente davanti a chi “fa l’amico” e, se fino allo scorso Natale mettevamo in guardia dall’acquistare lucine per il presepio e fuochi d’artificio “made in China”, adesso li invochiamo come benefattori della Patria. Siamo strani, lo ammetta.
Chiese e cimiteri andrebbero aperti ai fedeli con i dovuti controlli con accesso in determinati orari e limiti di persone all’interno (es. massimo 10 persone). Con le dovute precauzioni nel rispetto dei dispositivi di sicurezza stabiliti da parte di ogni cittadino. Nessuna differenza dalle aziende che sono luoghi chiusi e di assembramento allo stesso modo alla fine,ma bisogna ricordarsi che anche la fede è importante.
se si crede veramente non si ha bisogno della Chiesa
Gentile Signore, lasciamo stare la Cina, gli amici o i nemici. La più elementare norma di uno stato di diritto, quale ancora il nostro dovrebbe essere, è che le leggi e le norme in genere debbano essere chiare e tempestivamente rese note. Poi le autorità possono e devono pretendene l’applicazione. I protocolli applicativi delle leggi riguardanti la sicurezza sui posti di lavoro non sono quattro inutili pezzi di carta scritti in burocratese, sono documenti redatti, si spera, da esperti del settore per permettere ai datori di lavoro e ai responsabili per la sicurezza di garantire ai lavoratori la massima sicurezza possibile. L’edilizia è uno dei settori con alto numero di incidenti e adesso si aggiunge questo virus. Cosa c’è di strano nel chiedere di conoscere tempestivamente le nuove norme da applicare prima di riaprire i cantieri?
La politicizzazione della fede é un palese segnale del degrado sconvolgente che da anni ha intrapreso una notevole parte del mondo cattolico…
Una risposta all’anonimo del 1 maggio. Evidentemente lei non è un frequentatore assiduo delle messe. Probabilmente fa parte dei “convertiti recenti” quelli che amano la chiesa giusto perchè è chiusa. Le chiese non possono riaprire per 10 persone, ci vorrebbero 10 sacerdoti al giorno per le messe. Lei saprà di sicuro, visto che frequenta, che non ci sono più sacerdoti quindi, o le persone in modo disciplinato entrano in chiesa 10 alla volta da sole, o un singolo prete deve star sul posto 10 ore al giorno e dire altrettante messe. Un discorso a parte poi sarebbe l’Eucarestia da mettere in bocca. Ergo, scherza con i fanti e lascia stare i santi.
Non sono e non sarò mai convertito. Tanto meno un magnaparticole, baciamadonne.
Cara Signora, ho appunto scritto “es. 10 persone” ,per dare l’idea della cosa. Certo che sono un’assiduo frequentatore della chiesa in quanto cristiano, per questo, che sono sicuro che ci sarebbe la massima disponibilità da parte dei nostri sacerdoti per poter organizzarsi insieme e trovare la soluzione migliore per gestire la cosa al meglio che si può, visto anche lo spazio oltremodo sufficiente di alcune delle nostre chiese in città. In ogni caso, il problema è stato già risolto dalle disposizioni governative, per la fortuna di tutti noi fedeli.
Caro signore anonimo e poco coraggioso altrimenti ci direbbe il suo nome, beato lei che ha sacerdoti sufficienti. Nella mia parrocchia ne abbiamo uno che deve far per tre, in quanto appunto gestisce tre parrocchie. Non vorrei dare le pagelle a chi è più cristiano rispetto all’altro, probabilmente lei lo è più di me, perchè a me è stato insegnato che “DIO è in terra, in cielo e in ogni luogo” e quindi se le chiese aprono sono contenta, se debbo aspettare non ho questo fervore che sembra abbia preso tanti cristiani. L’importante è ricordare la Parola:” Dai a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” Insomma non mescoliamo il credo politico con il Vangelo, l’ha fatto ampiamente la Democrazia Cristiana e non gli ha portato bene.